Benvenuti all'hotel Terra Muronis, dove la bellezza della natura incontra il comfort moderno. Situato nel cuore di un paesaggio mozzafiato, questo rifugio offre un'esperienza unica. Le eleganti camere, progettate con cura, offrono viste spettacolari e garantiscono un soggiorno indimenticabile.
Le attrazioni locali includono passeggiate panoramiche, visite a siti storici e delizie culinarie regionali. Il nostro personale, attento e cordiale, è sempre a disposizione per assicurarsi che ogni ospite si senta speciale. Scoprite un'oasi di tranquillità e lusso all'hotel Terra Muronis.
Più di 39.000 anni fa, sul territorio di Castel Morrone si sono formate delle doline carsiche, uno dei fenomeni geologici più rari e interessanti a livello nazionale. Le doline sono forme di erosione che derivano dalla lenta dissoluzione delle rocce ad opera delle acque piovane. Queste sono comunemente conosciute come la Comola Grande e la Comola Piccola, già menzionate in un documento del 1527. La Comola Grande è facilmente raggiungibile attraverso un sentiero ed è visibile grazie alla sua imponenza che la rende la dolina da crollo più grande d’Italia. La Comola Piccola, al contrario, risulta inaccessibile a causa della densa vegetazione che la ricopre. Al loro interno si è creato l’habitat ideale per molte specie di piante e animali.
Più di 39.000 anni fa, sul territorio di Castel Morrone si sono formate delle doline carsiche, uno dei fenomeni geologici più rari e interessanti a livello nazionale. Le doline sono forme di erosione che derivano dalla lenta dissoluzione delle rocce ad opera delle acque piovane. Queste sono comunemente conosciute come la Comola Grande e la Comola Piccola, già menzionate in un documento del 1527. La Comola Grande è facilmente raggiungibile attraverso un sentiero ed è visibile grazie alla sua imponenza che la rende la dolina da crollo più grande d’Italia. La Comola Piccola, al contrario, risulta inaccessibile a causa della densa vegetazione che la ricopre. Al loro interno si è creato l’habitat ideale per molte specie di piante e animali.
Situata nella suggestiva valle del Piennolo si trova la graziosa Fonte del Formale, una sorgente naturale con una storia antica che potrebbe risalire all’epoca Romana. Il suo nome “Formale” deriva dall'invitante richiamo a fermarsi per assaporarne l'acqua fresca ed è facilmente raggiungibile attraverso un sentiero. L’acqua che sgorga limpidissima defluisce in due vasche comunicanti, mentre le pareti rocciose circostanti sono punteggiate da piante come la pimpinella, l’erica, il cisto e il timo, dipingendo così un quadro mozzafiato in ogni stagione. La Fonte del Formale non è solo una risorsa di acqua potabile ma anche una meta escursionistica e di relax nella natura.
Il complesso monumentale di Monte Castello comprende tre elementi di notevole interesse storico, culturale e religioso: Il Castello feudale del XII secolo è stato costruito tra il 1150 e il 1178, citato all’interno del Catalogus Baronum tra i possedimenti di Roberto di Lauro. Ad oggi, della fortezza normanna rimangono soltanto alcune porzioni della massiccia torre maestra a pianta quadrangolare, denominata Castellone. Il Santuario di Maria SS. della Misericordia sorto nel XVII secolo sui resti di una piccola cappella già esistente, è dedicato alla patrona di Castel Morrone ed è chiamato dai locali "Chiesa 'e Castiello". La chiesa presenta un impianto a navata unica con un altare del ‘700 e affreschi risalenti alla fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo. La Tomba di Pilade Bronzetti è un monumento commemorativo in ricordo della Battaglia del Volturno del 1860. Essa consacrò Castel Morrone come Termopili D’Italia; qui trecento camicie rosse combatterono contro l’armata di cinquemila soldati borbonici. Ideato e scolpito da Enrico Mossutti, fu inaugurato l’8 dicembre 1887 ed inserito tra LUOGHI DELLA MEMORIA per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.
Nel territorio di Castel Morrone vi è traccia di un insediamento di epoca sannitica conosciuto come “Plistica”, collocato in una posizione strategica sui monti Castellone e Gagliola. Qui sono presenti i resti di una cinta muraria costruita tra il VI - IV secolo a.C e migliorata tra la seconda e la terza guerra sannitica. Raggiungibili attraverso un sentiero, le mura megalitiche si estendono per circa 2 Km e, sul punto più alto chiamato Castellone, è visibile una cisterna scavata nella roccia. Data la notevole grandezza dei massi, una leggenda locale, attribuisce la costruzione delle mura a forze misteriose chiamandole, appunto, "Muro delle fate”.
Nella frazione Casale, sorge l'antico Palazzo Ducale, un tempo dimora dei ricchi e potenti feudatari di Morrone. La storia di questo palazzo è strettamente legata a quella del comune di Castel Morrone. Costruito nella prima metà del Trecento dalla famiglia De Capua, è stato poi ampliato e modificato nella seconda metà del Seicento dalla famiglia De Mauro. La parte sud dell'edificio, lungo la strada e di proprietà comunale, è stata ricostruita dalle fondamenta a partire dal 1896, su progetto dell'architetto Salvatore Bianco di Napoli. La parte nord, all'interno e di proprietà privata, mantiene le sue forme originarie, ad eccezione del secondo piano, dove sono stati effettuati interventi post-terremoto che hanno modificato le antiche strutture.
L'intero complesso è vincolato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la sua rilevante valenza storica e monumentale.
La famiglia Bilett, un nome che richiama antichi trascorsi storici, è sempre stata considerata una famiglia di persone per bene nel borgo. Tuttavia, erano altrettanto noti per il loro modo di fare rumoroso, spesso si sentivano le loro urla da lontano. Non mancavano mai di raccontare bugie, piccole e grandi, rendendoli noti anche per la loro fantasia. Il soprannome "Bilett" ha una curiosa origine: molti membri della famiglia avevano amanti, uomini e donne, portando così a vivere una vita con "doppio letto". Questo tratto, pur aggiungendo un tocco di scandalo, non ha mai offuscato la loro reputazione di persone rispettabili.
La Castelluccia è un pittoresco borgo situato nel comune di Castel Morrone, noto per il suo fascino rustico e le antiche tradizioni. La storia del borgo è strettamente legata all'eremo di Monte Castello, famoso per la battaglia di Pilade Bronzetti, un evento storico significativo. Questo piccolo borghetto è caratterizzato da strette viuzze, case in pietra e un'atmosfera d'altri tempi. Vicino alla Castelluccia si trova la piazza principale del comune, un vivace centro di ritrovo che ospita anche il municipio. Immerso nella tranquilla campagna campana, la Castelluccia offre un angolo di pace e serenità, ideale per chi cerca un contatto autentico con la natura e la storia locale.
Il territorio di Castel Morrone è caratterizzato da una ricca presenza di sorgenti naturali, tra cui spiccano la fonte del Fusaro, la fonte del Formale e la fonte del Fico. Queste sorgenti alimentano vari corsi d'acqua che, attraverso una serie di cascate e salti, si dirigono principalmente verso il vallone di Ciummiento.
Le zone in cui si trovano queste sorgenti presentano un grande interesse dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico.
La fonte del Fusaro, così nominata in relazione al rio Fusaro, dove un tempo veniva lavorata la canapa, è una vera meraviglia naturale. Qui è possibile ammirare una varietà di piante, tra cui gli equiseti, e, con un po' di fortuna, avvistare rari esemplari di fauna locale, come il tritone italico, un anfibio dalla caratteristica livrea nera e ventre arancione maculato, che rappresenta l'unica specie di urodeli presenti nel sud Italia, e la salamandrina dagli occhiali.
Lungo il percorso che porta alla fonte del Fusaro si trovano delle grotte, anticamente utilizzate come rifugi dai contadini durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
La Gara del solco a Castel Morrone è una tradizione antica con radici nella cultura contadina, che combina elementi sacri e profani. Durante la competizione, squadre di partecipanti tracciano un solco, partendo dalle colline e attraversando boschi e campagne, in segno di devozione a Maria SS. della Misericordia. Il solco deve superare ostacoli come siepi e case, e la gara culmina l'8 settembre con un pellegrinaggio al Santuario di Monte Castello, dove una commissione valuta i solchi e decreta il migliore.
Originariamente, i solchi erano tracciati con l'aratro tirato da buoi, simbolo di abilità nel domare gli animali e guidare l'aratro. Col tempo, gli uomini hanno sostituito i buoi, usando la forza delle loro braccia e utensili agricoli. Questa pratica, tramandata di generazione in generazione, è sopravvissuta nonostante la mancanza di fonti storiche documentate, testimoniando la sua importanza culturale e comunitaria.